Quando sia nata la Riflessologia Plantare non è dato saperlo, questo momento si perde nella notte dei tempi, poiché già l’atto del camminare scalzi su terreno accidentato è di per sé una forma di automassaggio; le prime notizie da Cina ed India, come cura di disturbi fisici risale all'incirca a 5000 anni orsono.
Victor Loret, nel 1899, portò alla luce quella che è nota come la “tomba del medico”, il sepolcro di Ankhmahor,
Gran Visir della VI Dinastia sotto il regno di Teti (quindi 2350 - 2330 a.C. circa, anche se la VI Dinastia si concluse all'incirca nel 2190 a.C.), in essa troviamo dipinte anche
scene di Riflessologia. Ma non è tutto, anche nel nord America tra i nativi erano conosciute tecniche analoghe! Se poi vogliamo considerare anche la religione, in vari passi del Vangelo possiamo riscontrare l’usanza di lavare e massaggiare i piedi del proprio ospite come forma di massimo rispetto ed ospitalità.
Come al solito, l’occidente è il fanalino di coda, infatti scopre la Riflessologia solo agli inizi del XX secolo, per essere più precisi è stata introdotta negli Stati Uniti nel 1913 dal dottor William H. Fitzgerald, (1872-1942), otorinolaringoiatra, e Edwin F. Bowers. Fitzgerald sosteneva che l'applicazione della pressione su alcune zone aveva un effetto anestetico su alcune parti del corpo; basandosi su ciò effettuò degli interventi senza anestesia e tracciò le prime mappe sistemiche delle zone riflesse. Detta mappatura è stata modificata nel 1930 e 1940 da Eunice D. Ingham (1889-1974), un infermiere e un fisioterapista. Ingham sosteneva che i piedi e le mani erano particolarmente sensibili, ed ha mappato l'intero corpo in "riflessi" sui piedi.
In Riflessologia parliamo di somatotopia, cioè la proiezione del soma (corpo) sul piede, in questo caso, ma esistono altre zone somatotopiche (in bocca, sulla colonna vertebrale, sulla testa, nell'orecchio…).
Il piede è una parte molto importante del nostro corpo, anche se molto spesso troppo trascurata, esso non solo sostiene tutto il peso del nostro corpo, ma ci consente di mantenere la posizione eretta, di ammortizzare i movimenti a terra e di muoverci con flessibilità. Anatomicamente è formato da: 26 ossa, 14 legamenti, 13 articolazioni e 21 muscoli; basta questo a comprenderne la complessità pertanto non vi tedierò oltre con dettagli anatomici, aggiungerò solamente che l’anatomia contribuisce alla forma unica di ogni piede. Ogni Riflessologo, infatti, sa che le mappe, tutte quelle esistenti, sono solo puramente indicative dei vari riflessi, senza alcuna precisione, poiché ogni piede, così come ogni persona, è un mondo a sé stante, variano per forma, proporzione, per la storia personale dell’individuo, eventuali traumi subiti…
Già dall'osservazione del piede è possibile farsi un’idea delle problematiche della persona, e dove sia meglio agire; solo successivamente si utilizzerà la pressione per verificare l’osservazione ed intervenire in proposito. Il tutto però è preceduto da un momento in cui il Riflessologo prende contatto con se stesso (si centra, predisponendosi al massaggio) e con la persona, questo è comune a tutte le tecniche di Massaggio con una forma di contatto.
Il Massaggio del piede o Riflessologia Plantare che dir si voglia, è estremamente versatile, si può effettuare con la
persona: seduta, sdraiata, l’importante è che sia comoda; non ha limiti d’età ed è quindi
proponibile dalla primissima infanzia fino all'età geriatrica avanzata (dal 1° all'ultimo giorno di vita come l’ha definito una mia cliente che me la richiede spessissimo) agisce efficacemente sull'equilibrio psicofisico in generale riducendo tensioni e stress e migliorando la circolazione sanguigna e linfatica, sia agendo sulle patologie dei sistemi (gastrointestinale, cardiovascolare, scheletrico-muscolare, endocrino, nervoso etc..) risultando così efficace sui più vari disturbi, una specie di “panacea” per citare un’altra cliente affezionata a questo Massaggio; non è effettuabile in presenza di: febbre, traumatismi del piede o patologie gravi, insomma, tutti quei casi che impedirebbero alla persona di recarsi dal Riflessologo.