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Anna Buzzi

Dalla notte dei tempi… la Riflessologia

Aggiornamento: 17 lug 2023


Riflessologia in Cina in un'opera d'arte

Quando sia nata la Riflessologia Plantare non è dato saperlo, questo momento si perde nella notte dei tempi, poiché già l’atto del camminare scalzi su terreno accidentato è di p


Sepolcro di Ankhmahor

Victor Loret, nel 1899, portò alla luce quella che è nota come la “tomba del medico”, il sepolcro di Ankhmahor, Gran Visir della VI Dinastia sotto il regno di Teti (quindi 2350 - 2330 a.C. circa, anche se la VI Dinastia si concluse all'incirca nel 2190 a.C.), in essa troviamo dipinte anche scene sia di Riflessologia Plantare che della Mano (da qui in poi, quando si parla di entrambe, denominate semplicemente Riflessologia). Ma non è tutto, anche nel nord America tra i nativi erano conosciute tecniche analoghe! Se poi vogliamo considerare anche la religione, in vari passi del Vangelo possiamo riscontrare l’usanza di lavare e massaggiare i piedi del proprio ospite come forma di massimo rispetto ed ospitalità, e spesso, nelle guarigioni, Gesù (o i discepoli) impone le mani, in molte religioni sono 2 delle parti da lavare prima di pregare.

Dottor William H. Fitzgerald

Come al solito, l’occidente è il fanalino di coda, infatti scopre la Riflessologia solo agli inizi del XX secolo, per essere più precisi è stata

Edwin F. Bowers
Eunice D. Ingham

1930 e 1940 da Eunice D. Ingham (1889-1974), un'infermiera e fisioterapista. La Ingham sosteneva che i piedi e le mani

Eunice D. Ingham al lavoro



In Riflessologia parliamo di somatotopia, cioè la proiezione del soma (corpo) sul piede e sulla mano, in questo caso, ma esistono altre zone somatotopiche (in bocca, sulla colonna vertebrale, sulla testa, nell'orecchio…).

Il piede è una parte molto importante del nostro corpo, anche se molto spesso troppo trascurata, esso


non solo sostiene tutto il peso del nostro corpo, ma ci consente di mantenere la posizione eretta, di ammortizzare i movimenti a terra e di muoverci con flessibilità. Lo scheletro è formato da 26 ossa, che vengono distinte in tre gruppi: tarso (7 ossa), metatarso (con 5 ossa metatarsali) e falangi (14). Le ossa del piede si articolano fra di loro formando diverse articolazioni (13). Il complesso delle strutture ossee, capsulari e legamentose costituisce una struttura a volta, caratterizzata da due arcate longitudinali ed una arcata trasversale anteriore; Questa struttura corrisponde alle necessità statiche e dinamiche del piede e la sua integrità è essenziale affinché la distribuzione del peso del corpo avvenga ugualmente su tutte le sue parti. Al di sopra dello scheletro si dispongono 21 muscoli e 14 legamenti. Basta questo a comprenderne la complessità pertanto non vi tedierò oltre con dettagli anatomici, aggiungerò solamente che l’anatomia contribuisce alla forma unica di ogni piede.


La mano è anch'essa una parte fondamentale del nostro corpo, ci permette infatti di: afferrare, stringere, accarezzare, condurre, sollevare (in concomitanza con il resto dell’arto superiore), gesticolare (noi italiani siamo bravi nel farci capire a gesti). Si tratta di una struttura molto complessa, basti pensare che lo scheletro della mano è composto da 27 ossa, distinte in tre gruppi: carpo, metacarpo, falangi. Il carpo corrisponde alla regione del polso ed è formato da 8 piccole ossa disposte in due file. Il carpo si articola da un lato con le ossa dell’avambraccio, dall'altro con le ossa del metacarpo, questo è composto da 5 ossa lunghe, a ciascun osso del metacarpo fa seguito lo scheletro di un dito (falangi), che risulta costituito da 3 ossa allungate (tranne il pollice che ne ha 2), di dimensioni decrescenti (prima, seconda e terza falange, o anche falange, falangina e falangetta). I muscoli propri della mano sono 19 e sono raggruppati in tre aree: una laterale per il pollice detta eminenza tenar, una mediale per il mignolo detta eminenza ipotenar e una intermedia. A questi muscoli devono essere aggiunti i tendini dei muscoli che dall'avambraccio giungono alle ossa carpali e alle dita, ecc. Anche qui non vi tedierò oltre con dettagli anatomici, aggiungerò solamente che l’anatomia, come per il piede, contribuisce alla forma unica di ogni mano.

Mappe

Ogni Riflessologo, infatti, sa che le mappe, tutte quelle esistenti, sono solo puramente indicative dei vari riflessi, senza alcuna precisione, poiché ogni piede ed ogni mano, così come ogni persona, è un mondo a sé stante, variano per forma, proporzione, per la storia personale dell’individuo, eventuali traumi subiti…

Già dall'osservazione è possibile farsi un’idea delle problematiche della persona, e dove sia meglio agire; solo successivamente si utilizzerà la pressione per verificare l’osservazione ed intervenire in proposito. Il tutto però è preceduto da un momento in cui il Riflessologo prende contatto con se stesso (si centra, predisponendosi al massaggio) e con la persona, questo è comune a tutte le tecniche di Massaggio con una forma di contatto.

Le mie mani durante una Riflessologia Plantare ad una persona adulta

Il Massaggio del piede e della mano o Riflessologia che dir si voglia, è estremamente versatile, si può effettuare con la persona: seduta o sdraiata, l’importante è che sia comoda; non ha limiti d’età ed è quindi proponibile dalla primissima infanzia fino all'età geriatrica avanzata (dal 1° all'ultimo giorno di vita come l’ha definita una mia cliente che me la richiede spessissimo) agisce efficacemente sull'equilibrio psicofisico in

Fin dalla più tenera età

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